Per chi si occupa di etichettatura, se non ha conoscenza della "supply chain", potrebbe pensare che il suo intervento, come professionista/consulente in materia, sia l'ultimo atto, prima che si passi alla stampa dell'etichetta. Stra-sbagliato!
In realtà, redigere l'etichetta non è l'ultimo atto, di una complicata filiera, ma potrebbe diventare il primo atto di un girone infernale.
Bisogna fare attenzione a possibili inconvenienti che possono vanificare il lavoro del professionista dell'etichettatura.
Infatti, nella fase successiva, colui che si occupa della grafica, se non ha una precisa conoscenza degli aspetti normativi e/o non presta attenzione alle indicazioni dettagliate del professionista, può, per esempio, secondo il suo estro, usare una grafica non conforme ai dettami del Reg. UE 1169/2011, relativo all'etichettatura dei prodotti alimentari (caratteri più piccoli di quelli richiesti dalla norma o non leggibili, colori che non permettono un contrasto per una corretta visibilità e leggibilità, indicazioni poste in modo errato sull'etichetta, tanto per citarne alcune). Senza poi tener conto di chi stampa l'etichetta o l'imballaggio, che potrebbe usare materiali non idonei o un processo di stampa non indicato.
Sarebbe quindi il caso che, il professionista dell'etichettatura, per non far vanificare il suo lavoro e per una maggior completezza della sua opera, ponesse l'attenzione anche alle fasi successive, con richieste e indicazioni dettagliate riguardanti le fasi successive, senza particolari deroghe...considerando che il suo non è l'ultimo atto.