Personalmente, nella mia esperienza di produttore di etichette in bobina e a foglio, ho usato molte tipologie di stampa.
Si, esperienza molto particolare per chi è un giurista, esperto in etichettatura e confezionamento.
Un giurista che ha avuto la fortuna di sporcarsi le mani con la stampa a caldo, serigrafica, off-set, tipografica (con caratteri mobili o con clichè e con piombo-intertype), tampografica e digitale.
Ma al di là delle mie "esperienze" produttive, sulle citate tipologie di stampa, ho visto e vedo il passaggio di molti tipografi, tra la stampa commerciale a foglio e la stampa di etichette in bobina.
Stampatori che affrontano mille difficoltà nell'arte nobile di sporcarsi le mani d'inchiostro, trascinati dalla passione, dal coraggio imprenditoriale e anche da una sorta di "dipendenza dalla stampa". Anche quando, in un paese come il nostro, sporcarsi le mani non conviene più.
Certamente l'etichetta in bobina è un mondo molto particolare, sia per i vari processi di stampa e sia per le molteplici possibilità di utilizzo delle stesse etichette, senza tener conto della vastità dei materiali potenzialmente impiegabili. Un settore in crescita e in continuo fermento ed evoluzione.
Insomma, l'etichetta è davvero un mondo a parte, complesso, difficile, anche per chi si sporca le mani d'inchiostro.
Un po' come avviene per gli aspetti legislativi, un vero mondo di norme e di interpretazioni.