Ci sono aziende, non moltissime, vi assicuro, non danno molta importanza al costo del packaging, se non in termini di calcolo per quantificare il prodotto da immettere sul mercato di loro interesse.
L'elemento più povero del packaging è indubbiamente l'etichetta, incide anch'essa sui costi di un prodotto, ma c'è prodotto e prodotto e c'è etichetta ed etichetta.
Escludendo i prodotti di massa, quelli che si vendono soltanto in base al prezzo, i prodotti che hanno un target di nicchia, o medio alto, spesso si rivolgono a una clientela, un mercato, raffinato ed esigente, la quale richiede la qualità a tutto tondo.
E' qui che le aziende non guardano al centesimo, sono prodotti non destinati alla massa, per cui c'è bisogno di una estrema cura in tutti i suoi aspetti e il packaging, in particolare l'etichetta, devono essere in linea con le aspettative del cliente, è parte importante dell'attività di branding.
Per questi prodotti, con i quali le aziende produttrici "non badano a spese", il packaging è visto come "investimento", un opportunità di vendita, comunicazione e crescita.
Un rappresentante professionista se curato nel suo aspetto e nel modo di comunicare vende molto di più.
Quindi, per ottenere certi effetti e certi risultati, in termini di nobilitazione, materiali e qualità di stampa dell'etichetta, non si bada a spese, se non per rispettare un certo limite, dovuto al mercato stesso su cui si punta.
Insomma l'abito fa il monaco... e chi canta bene prega due volte:
qui bene cantat bis orat!