Nei giorni scorsi, ho fatto visita a un'azienda prestigiosa nel settore alimentare.
In quella occasione, mi sono ricordato di una barzelletta che mi raccontavano da bambino: si trattava di un malato di mente che per scappare da una casa di cura, doveva superare 100 cancelli, bene, superato il 99°, perchè stanco, decideva di tornare indietro.
Premesso che l'etichetta deve essere sempre un investimento e mai un costo, questa situazione del malato di mente che, dopo tanta fatica, non conclude il lavoro e non calcola le conseguenze della sua rinuncia, è ciò che succede tutti i giorni in molte aziende italiane.
Ho visto nel caso in questione, per l'ennesima volta, delle etichette molto curate, belle da vedere e da leggere, un piacere per il tipografo, per il consumatore e per il giurista.
Purtroppo, spesso, questo piacere può essere mandato all'aria, vanificando tutto il lavoro e l'investimento sostenuto per produrre una bella etichetta o un bel packaging.
Come? Al momento di inserire in etichetta i dati variabili, esempio scadenza/TMC, lotto ecc., anziché usare un mezzo appropriato per stampare il dato, lo stesso viene inserito a mano con una classica penna e magari rigorosamente con colore diverso dal resto della dicitura ben stampata.
Ma al di là del colore della penna, è certamente una sconfitta per il designer, per il tipografo, per l'occhio del consumatore, ma soprattutto per l'immagine stessa dell'azienda che vanifica tutto lo sforzo profuso per ottenere un'etichetta di livello che racconta il prodotto e il brand.
Insomma, per evitare di sostenere una modica spesa, magari per l'acquisto di una stampante economica che possa inserire i dati variabili (es. stampanti a trasferimento termico, se non un marcatore inkjet di piccole dimensioni, spesa di poche centinaia di euro) si compromette la bellezza e la cura dell'etichetta e del packaging, senza poi tener conto del costo dell'operatore per scrivere a mano il dato su migliaia di etichette, ore di lavoro.
Insomma, forse prima di fare i 99 cancelli, bisogna calcolare che costa meno superare l'ultimo cancello anziché tornare indietro.