Un'etichetta di un prodotto si guarda con gli occhi, del resto compriamo con gli occhi. In verità, questo riguarda il consumatore.
Diversamente, gli operatori di questa filiera, come il giurista, dovrebbero avere la capacità di vedere l'etichetta con la mente, prima che possa essere vista con gli occhi, in quest'ultimo caso potrebbe essere troppo tardi.
La legislazione sull'etichettatura dei prodotti alimentari è molto complessa, anche per i più attenti giuristi, quindi, bisogna avere la capacità di andare oltre alle stesse informazioni e i vari dati che occorrono per redigere un'etichetta.
Bisogna immaginare come potrebbe essere il packaging, l'etichetta oggetto dello studio, bisogna relazionarsi con alcuni oparatori o comunque essere a conoscenza di alcuni dettagli, relativi alla produzione della stessa.
Prevenire errori della supply chain, per dirla come quelli che parlano bene. Guardare in anticipo, guardare con la mente, per evitare alcuni errori potenziali che spesso, strada facendo, realizzano operatori della filiera, per esigenze di visual design, di costi, di gusto, ecc., i quali non sono a conoscenza della normativa, anche se dovrebbero avere una minima conoscenza per loro interesse professionale.
Un esempio, che spesso ricordo, è il contrasto cromatico tra la stampa, per le informazioni al consumatore, e il supporto, come la carta. Una stampa color grigio, per esempio, potrebbe non essere adeguata per la leggibilià delle informazioni se il supporto (carta o altro) fosse di colore scuro o, ancora, un bellissimo oro oppure argento potrebbe essere illeggibile su un supporto chiaro. Senza tener conto di informazioni che vengono stampate in azienda, in un secondo momento, realizzate con mezzi aziendali non appropriati, stampe che potrebbero non garantire l'indelebilità delle informazioni, con palese violazione del Reg. UE 1169/2011.
Un problema non da poco, che si potrebbe riflettere su molti aspetti. Immagina i costi di distribuzione, di ristampa, gli impianti di stampa, la revisione grafica dell'etichetta, l'immagine aziendale, il tempo, ecc., e aggiungo: un'etichetta che si legge poco vende anche meno.
Un problema sottovalutato, che spesso viene fuori sullo scaffale, ormai quando è troppo tardi.
Dal mio punto di vista, è compito del giurista, non solo conoscere la normativa per una corretta etichettatura, ma anche conoscere diverse caratteristiche dell'etichetta che va a redigere, tra cui l'ambito produttivo, proprio per il rispetto della normativa. Del resto, si sa, "prevenire è meglio che curare".