Da ragazzo, e fino a qualche anno fa, giravo per le strade delle città e in quasi tutte facilmente, passando a piedi davanti alle attività, non mancava di sentire l'odore della stampa, della tipografia o serigrafia.
Oggi, allo stesso modo, girando per le strade delle città, a piedi, non sento più quegli odori di un tempo, quel profumo di stampa.
La crisi del settore, che ha riguardato soprattutto le piccole aziende grafiche, ha ridotto drasticamente l'esistenza delle tipografie e serigrafie, per citarne alcune. Il progresso, l'avvento delle nuove tecnologie di stampa, hanno spazzato via un mestiere.
Mestiere difficile, sacrificante, oramai raro. Un mestiere che tutti riconoscevano, amavano e stimavano. Un mestiere che oggi, le nuove generazioni, non sanno nemmeno cos'è.
Un'arte oramai di pochi e per pochi da un lato, mentre dall'altro lato è alla portata di un click, nel proprio ufficio o a casa, in quest'ultimo caso non la chiamerei arte.
Però, solo qualche giorno fa, per puro caso, dopo anni, ho risentito quell'antico profumo, l'odore di quell'arte.
Mentre camminavo per le vie di una città, ho sentito quel profumo di stampa. Dopo pochi passi, d'istinto, tornai indietro di qualche metro.
Da una porticina di un vecchio seminterrato vidi, con mia grande sorpresa, un tipografo molto anziano, solo, su una vecchia pedalina, fischiettava mentre era occupato a stampare un'etichetta, provando con cura l'adesività del collante.
Un tuffo indetro di decenni. Dopo qualche istante, per evitare di disturbare, andai via, con quel profumo e immagine in testa: un vecchio tipografo, oramai solo nella sua tipografia, ma felice di vivere gli ultimi anni tra quegli odori, in quell'antico profumo di stampa, che forse andrà via per sempre con lui.