Quando mi occupavo in prevalenza degli aspetti produttivi del settore etichette in bobina e a foglio, qualche cliente mi chiedeva di mettere più colla all'etichetta: “perchè tendono a staccarsi”, mi specificava.
In realtà un'azienda grafica, come ad esempio un etichettificio, non influisce sulla struttura delle materie prime, nel senso che acquista la carta autoadesiva già finita, pronta per essere lavorata (da stampare, fustellare, sfridare, ecc.), quindi già con il collante.
Le stesse carte autoadesive possono avere un determinato collante secondo la funzione che l'etichetta dovrà avere.
Per questo, è fondamentale, quando si richiede la produzione di etichette, saper ordinare, cioè spiegare anche l'obiettivo dell'etichetta, la funzione che dovrà avere e lo stress a cui questa sarà sottoposta, durante la vita del prodotto (umidità, freddo, calore, esposizione all'esterno, ecc.).
Vale anche quando l'etichetta deve svolgere un particolare compito, come avvolgere un prodotto e quindi appiccicata in modo curvo oppure a “L”, come avviene per i sigilli di garanzia dove, a volte, l'etichetta deve essere attaccata in parte sul tappo/coperchio e in parte lungo il collo del contenitore, scorrendo verso il basso.
In questi casi il collante non sarà determinante, ma sarà determinante la grammatura dell'etichetta, la quale influisce, e non poco, sulla appiccicabilità della stessa.
Tradotto: se l'etichetta avrà una grammatura elevata (es. 80/90grammi e oltre) il rischio che si corre e che una delle due parti tende a staccarsi dal contenitore, con conseguente possibilità di staccarsi completamente durante lo stress che il prodotto subirà durante la sua vita. Conseguenze che potenzialmente possono ricadere anche sugli aspetti del marketing e legislativi. Diversamente, un'etichetta composta da carta leggera con molta probabilità non avrà di questi problemi.
Insomma, oltre ad appiccicare deve essere appiccicabile.